Il movimento
libero
di un
sistema
lineare è completamente individuato dalla matrice di transizione

Tenendo presente quanto detto su autovettori,
autovalori e forma di Jordan di A, si può concludere che,
nel caso di autovalori reali e distinti, il movimento libero è del
tipo

dove x(i), i=1,…,n sono
gli autovettori di A (che soddisfano la relazione Ax(i)=lix(i)e
ci sono le componenti dello stato iniziale x(0) nella base individuata
dagli n autovettori ( ).
Naturalmente per condizioni iniziali particolari qualche ci può
risultare nullo, ma per condizioni iniziali generiche tutti i ci sono diversi
da zero e il movimento libero è la somma pesata di n esponenziali
a tempo continuo o discreto. Al passare del tempo una di queste esponenziali
domina per forza tutte le altre perché per t grande
[ ] se
[ ] e ciò
accade sia nel caso di asintotica
stabilità ( )
che nel caso di semplice stabilità o instabilità. L'autovalore
e l'autovettore corrispondenti a questa esponenziale sono chiamati dominanti.
L'autovalore dominante ldom
è
chiaramente l'autovalore massimo nel caso dei sistemi a tempo continuo
e l'autovalore a massimo modulo nel caso dei sistemi a tempo discreto.
La Fig. 9 riporta ben cinque casi ((b), (d), (e), (f), (g)) di sistemi
a tempo continuo con autovalori reali e mostra come per
tutte le traiettorie generiche tendano ad allinearsi con l'autovettore
dominante. Questa proprietà è molto importante e va spesso
tenuta presente per caratterizzare il comportamento asintotico di un sistema
lineare. Il movimento libero è, quindi, approssimabile sui tempi
lunghi con una semplice esponenziale
e se il sistema è asintoticamente
stabile l'esponenziale tende a zero. In questi casi è consuetudine
scrivere l'esponenziale (sia a tempo continuo che a tempo discreto) nella
forma dove
è la cosiddetta costante di tempo dominante, legata all'autovalore
dominante dalla relazione

È poi prassi comune nelle applicazioni
ritenere che l'esponenziale sia "praticamente" esaurita dopo un periodo
di tempo pari a cinque volte la costante di tempo Tdom.
Se gli autovalori di A, pur essendo distinti,
non sono tutti reali, il movimento libero è anche caratterizzato
da termini del tipo elt
e lt
con l complesso.
Nel caso di tempo continuo tali termini corrispondono a funzioni sinusoidali
modulate esponenzialmente
dove a è la parte reale dell'autovalore e b la parte immaginaria.
Ne segue che il termine dominante del movimento libero risulta essere quello
associato all'autovalore reale o alla coppia di auovalori complessi coniugati
con massima parte reale. In conclusione, quindi, sui tempi lunghi il movimento
libero è approssimabile con quello di un sistema del primo ordine
con autovalore pari a quello dominante o con quello di un sistema del secondo
ordine con autovalori complessi uguali a quelli dominanti. Nel primo caso
il movimento libero è del tipo esponenziale, mentre nel secondo
caso è una sinusoide di ampiezza variabile esponenzialmente. Naturalmente,
nel caso di sistemi a tempo continuo asintoticamente stabili la costante
di tempo dominante è data da

Infine se gli autovalori di A sono multipli,
il movimento libero può anche contenere termini del tipo tkelt
[tklt]
nel caso di sistemi a tempo continuo [discreto]; ciò non modifica
tuttavia le conclusioni già tratte, perché il movimento libero
continua ad essere dominato dal termine associato all'autovalore reale
o alla coppia di autovalori complessi coniugati con massima parte reale
[massimo modulo]. |