Possiamo ora
riprendere e approfondire il tema, già trattato nel Paragrafo
B.3, della determinazione del modello
ARMA di un assegnato sistema .
Ricordiamo per questo che un modello ARMA è individuato da una
coppia di polinomi (N(p), D(p)) che identificano univocamente l'equazione
(7), la quale, a seconda che il tempo sia discreto o continuo, è
l'equazione alle differenze (5) o l'equazione differenziale (6). Ricordiamo
anche che il modello ARMA si dice ridotto [non ridotto] se i polinomi
N(p) e D(p) sono [non sono] primi tra loro. Inoltre, il rapporto tra i
due polinomi N(p) e D(p) è chiamato funzione
di trasferimento e indicato con G(p), cioè
Ovviamente, conoscere la funzione di trasferimento G(p) non significa conoscere il modello ARMA (N(p), D(p)), a meno che questo sia ridotto. Poiché il modello ARMA rappresenta
le relazioni intercorrenti tra ingresso e uscita nel caso generale di stato
iniziale qualsiasi, esso deve per forza essere associato alle sole parti
osservabili (parti (b) e (d)) del sistema, che per chiarezza riportiamo
in Fig. 16 estraendole dalla Fig. 15 del paragrafo precedente.
Per quanto visto nel secondo e terzo paragrafo, il primo dei due sottosistemi (quello che determina la componente yb dell'uscita) è descritto dal modello ARMA a molti ingressi (28) Dove Db(p) è il polinomio caratteristico di Ab e sono le componenti del vettore di stato zd(t), che fungono da ingressi. Il secondo sottosistema (quello che determina la componente yd dell'uscita) è, invece, senza ingressi ed è, quindi, descritto dal modello AR (29) dove Db(p)
è il polinomio caratteristico di Ad. Inoltre,
datto che ogni componente del vettore di stato zd(t) può
essere interpretata come una uscita del secondo sottosistema, deve essere
(30)
Moltiplicando, allora, la (28) per Db(p)
e la (29) per Db(p)
e sommando le relazioni così ottenute tenendo presente la (30)
e il fatto che ,
si ottiene
Il modello ARMA del sistema è, quindi, non ridotto perché e non sono primi tra loro. Se, invece, la parte (d) è mancante, cioè se il sistemanon ha parte non raggiungibile e osservabile, allora il modello ARMA è in forma ridotta perché si può verificare che Db(p) e Nb(p) sono primi tra loro (essendo la parte (b) completamente raggiungibile e osservabile). Si può così concludere con il seguente teorema.
e può essere scritto nella forma più compatta Se supponiamo, allora, che sia nota una serie temporale
di N valori successivi di ingresso e uscita
possiamo scrivere la relazione (31) nelle 2n0
incognite aie
bi,
i=1,…n0, per N-n0 valori successivi di t, precisamente
per .
Ciò porta al seguente sistema di N-n0 equazioni in
2n0 incognite Questo è un sistema lineare del tipo Nel caso in cui N=3n0 la soluzione è mentre nel caso N>3n0 la soluzione
può essere scritta nella forma
(33)
I casi critici, detti di non identificabilità,
sono quelli in cui la matrice F non è di rango massimo,
per cui la matrice FTF non è invertibile.
Questo caso si verifica, ad esempio, se i dati di ingresso e uscita sono
stati raccolti in un periodo di tempo durante il quale il sistema era
all'equilibrio. In tale caso, infatti, le prime [seconde] colonne
della matrice F sono tra loro identiche perché l'uscita
[l'ingresso] non varia nel tempo. Un altro caso di non identificabilità
si verifica quando lo stato iniziale zd(0) della parte non
raggiungibile e osservabile è nullo. In tale caso, infatti, il
segnale di uscita non risente assolutamente della parte (d) del sistema
(si veda la Fig. 16), così che i coefficienti del polinomio
caratteristico
non sono identificabili. Ciò significa che non è identificabile
il modello ARMA del sistema dato che .
Quanto detto si può riassumere con il seguente teorema.
A completamento e qualifica di quanto detto, facciamo due osservazioni, una di interesse concettuale e l'altra di interesse operativo. Innanzitutto notiamo che, una volta che il modello ARMA sia stato identificato, è possibile costruire una terna , che lo realizzi. Tale terna è quella in forma canonica di ricostruzione Infatti, per il Teorema 17, tale sistema è completamente osservabile per cui non può che essere costituito dalle parti (b) e (d) che qualificano, appunto, il modello ARMA. Se il modello ARMA è in forma ridotta, cioè se i polinomi sono primi tra loro, la terna è anche completamente raggiungibile, cioè è costituita dalla sola parte (b). Se, invece, il modello ARMA non è in forma ridotta, cioè è del tipo allora il sistema è costituito da una parte raggiungibile e osservabile con modello ARMA dato da (n(p),d(p)) e da una parte non raggiungibile e osservabile descritta da un modello MA individuato dal polinomio r(p) (che coincide col polinomio caratteristico di tale parte). La terna in forma canonica di controllo ottenuta per dualità dalla realizzazione
in forma canonica di ricostruzione, non è invece una realizzazione
del modello ARMA (N(p),D(p)), se tale modello non è in forma
ridotta. Il sistema
è, infatti, completamente raggiungibile (si veda il Teorema 13) per cui non può essere costituito dalle due parti (b)
e (d). La conclusione è, pertanto, che la forma canonica di controllo
ha un modello ARMA individuato da (n(p),d(p)) anzichè da (N(p),D(p)):
essa realizza, quindi, soltanto la funzione di trasferimento G(p)=(N(p)/D(p))
ma non il modello ARMA nella sua interezza. Naturalmente, nel caso il
sistema sia completamente raggiungibile e osservabile, il modello ARMA
è in forma ridotta e la terna in forma canonica di controllo
è una sua realizzazione. dove il vettore e rappresenta gli
scostamenti tra le previsioni dell'uscita effettuabili con il modello
ARMA e i valori misurati delle uscite. La Fig. 18 mostra, nello
spazio di dimensioni N-n0, il vettore delle uscite misurate
e il sottospazio
delle uscite prevedibili con un modello ARMA. È allora spontaneo
scegliere quel modello ARMA, cioè quel valore
di p, che minimizza in questo spazio la distanza tra il vettore
delle uscite misurate e il vettore .
Come illustrato in figura ciò equivale a scegliere in modo tale che il vettore sia ortogonale a T[F]. Ma poichè ciò equivale a imporre che cioè da cui segue (ipotizzando che sia invertibile) che è la formula (33). La stima data dalla (33) è nota come stima ai minimi quadrati perché è quella che, minimizzando la norma del vettore errore, minimizza la somma dei quadrati degli scostamenti esistenti tra previsioni e misure. Questa stima qui interpretata esclusivamente in termini geometrici, gode di numerose proprietà per particolari caratteristiche statistiche degli errori di misura di ingresso e/o uscita. Inoltre, la formula (33) può essere utilmente resa ricorsiva, in modo che il calcolo della stima di possa essere aggiornato in tempo reale, man mano che viene effettuata una nuova misura, senza dover ogni volta invertire una matrice di dimensioni . |
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