La definizione di sistema lineare data nel precedente paragrafo si chiama, in gergo, definizione "interna", perché fa riferimento esplicito allo stato del sistema. Una definizione alternativa è quella "esterna", che coinvolge, invece, soltanto ingresso e uscita. Secondo questa definizione, in un sistema lineare a tempo discreto di ordine n, una somma pesata degli ultimi (n+1) valori di ingresso uguaglia, in ogni istante di tempo t, una somma pesata dei corrispondenti valori di uscita, cioé

      (5)

Se  l'ingresso u(t) influenza direttamente l'uscita y(t) e, pertanto, il sistema è improprio. Se, invece, b0=0  il sistema è proprio. La (5) viene spesso usata nella forma

in cui la prima sommatoria viene chiamata autoregressione e la seconda media mobile. Per questo motivo la (5) è universalmente nota come modello autoregressivo a media mobile o, più sinteticamente, come modello ARMA (dall'inglese Auto Regressive-Moving Average). L'analogo della (5) a tempo continuo è l'equazione differenziale di ordine n

  (6)

dove u(i)(t) e y(i)(t) sono la derivata i-esima di ingresso e uscita. Anche questo modello è chiamato (anche se ingiustificatamente) modello ARMA. L'interpretazione della legge di Newton vista nell'Esempio 1 può così essere completata notando che la relazione

è un caso particolare della (6) (modello MA, cioè modello ARMA senza termine autoregressivo). La dinamica dell'allevamento di Fibonacci (Esempio 2) è, invece, descritta (facile da verificare) dal modello ARMA

Questa è la relazione che viene normalmente usata per generare ricorsivamente i numeri di Fibonacci (annullando l'ingresso e ponendo y(0)=y(1)=1).

Le (5) e (6) possono essere scritte nella forma generale

     (7)

dove D(.) e N(.) sono due polinomi di grado n

e p è un operatore di "anticipo" nel caso di tempo discreto, (cioé py(t)=y(t+1), p2y(t)=y(t+2), ...) e di "derivazione" nel caso di tempo continuo (cioé ,, ...). Assegnare un modello ARMA significa, quindi, assegnare i due polinomi D(.) e N(.) o, equivalentemente, i 2n parametri {ai, bi}, i =1,…,n. Spesso il simbolo p nella (7) viene sostituito da z o da s a seconda che il tempo sia discreto o continuo. Così, ad esempio, la legge di Newton (Esempio 1) è inviduata da

e l'allevamento di Fibonacci (Esempio 2) da

 Nel caso che i due polinomi D(.) e N(.) siano primi tra loro (cioé non abbiano zeri in comune), il modello ARMA si dice in forma ridotta o, più semplicemente, ridotto. In questi casi, dato che il polinomio D(.) è monico, la conoscenza della coppia (D(.),N(.)) è equivalente alla conoscenza del rapporto N(.)/D(.), noto come funzione di trasferimento e indicato nel seguito con G(.), cioé

              (8)

Se, invece, il modello ARMA non è ridotto, cioè se

  (9)

con n(.) e d(.) primi, la funzione di trasferimento (8) risulta uguale a n(p)/d(p). Gli zeri di n(.) e d(.) si chiamano, rispettivamente zeri e poli della funzione di trasferimento. Tenendo conto delle (7) e (9) si può verificare che un modello ARMA non ridotto può essere scomposto, come mostrato in Fig. 2, in un modello ARMA ridotto individuato dalla coppia di polinomi primi (n(.),d(.))

     (10)

e in un modello AR individuato dal polinomio r(.),

         (11)


Figura 2 Scomposizione di un modello ARMA non ridotto (D(p),N(p))
in un modello ARMA ridotto (n(p),d(p)) e in un modello AR (r(p))

Infatti, moltiplicando la (10) per r(p) e tenendo conto della (11) e del fatto che

si ottiene la (7) con N(p) e D(p) dati dalla (9). Lo schema di Fig. 2 mette bene in evidenza che la funzione di trasferimento G(p)=n(p)/d(p) identifica esclusivamente la parte ridotta del modello ARMA. In altre parole, la conoscenza della sola funzione di trasferimento non permette in generale di calcolare l'uscita di un sistema a partire dal suo ingresso, a meno che il segnale v(.) sia identicamente nullo, il che si verifica quando le condizioni iniziali del modello AR (11) sono nulle.


 
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