Fissato lo stato iniziale x(0)
e l'ingresso u(t) per ,
le equazioni di stato (1) e (3) ammettono una unica soluzione x(t)
per (il fatto
è evidente per i sistemi a tempo discreto, mentre per i sistemi
a tempo continuo è conseguenza di risultati classici sull'esistenza
e unicità della soluzione delle equazioni differenziali ordinarie).
La funzione x(.) così individuata si chiama
movimento,
mentre l'insieme {x(t), }
nello spazio di stato Rn si chiama traiettoria o orbita.
Nel caso dei sistemi a tempo continuo la traiettoria è quindi una
linea radicata nel punto x(0) e con un ben preciso verso di percorrenza,
quello del tempo (vedi Fig. 6a). Nel caso dei sistemi a tempo discreto
la traiettoria è invece una successione ordinata di punti {x(0),x(1),…}
che, per motivi di chiarezza, è però consuetudine congiungere
con dei segmenti rettilinei orientati come mostrato in Fig. 6b.
Come mostrato in Fig. 6a, può accadere che una traiettoria passi per lo stesso punto x in istanti di tempo diversi, t1,t2,… Inoltre, in tale punto i vettori tangenti alla traiettoria possono essere diversi. Infatti, il vettore tangente alla traiettoria è il vettore e quindi perché accada quanto mostrato in Fig. 6a è necessario e sufficiente che Tale condizione non può, ovviamente, essere verificata se l'ingresso u è costante. Può accadere che il movimento corrispondente ad un particolare stato iniziale x(0) e ad una particolare funzione d'ingresso sia periodico di periodo T, cioè In questo caso la traiettoria risulta essere una linea chiusa (ciclo) ripetutamente percorsa ogni T unità di tempo. Poiché se x è periodico anche deve essere tale, segue che e quindi Un caso particolare di quello dei cicli
si presenta quando lo stato del sistema non varia nel tempo, così
che il ciclo è rappresentato da un punto
detto stato di equilibrio. A questo proposito diamo la seguente
definizione.
Poiché nei sistemi a tempo continuo , implica , ne consegue che in tali sistemi (15)
(16) Nel caso A sia invece singolare (), fissato o non esistono soluzioni , delle (14), (15) o ne esistono infinite. Nel caso dei sistemi a tempo discreto le (14) e (15) devono essere sostituite dalle relazioni per cui l'unicità dello stato (e dell'uscita) di equilibrio per ogni fissato ingresso è garantita dalla non singolarità della matrice (I-A), cioè del fatto che o, equivalentemente, dal fatto che A non abbia autovalori unitari. In tale caso si ha (17) Le (16) e (17) mostrano comunque che nei casi non singolari il legame tra ingresso di equilibrio e uscita di equilibrio è lineare. Poiché nei sistemi ad un solo ingresso e uscita è d'uso definire il guadagno del sistema come il rapporto m tra uscita e ingresso all'equilibrio ne consegue che per i sistemi a tempo continuo vale la formula m=d-cTA-1b mentre per i sistemi a tempo discreto vale la formula m=d+cT(I-A)-1b Naturalmente, queste stesse formule mostrano che non ha senso parlare di guadagno nei casi singolari. È importante notare che il calcolo del guadagno è immediato quando si conosca la relazione ingresso-uscita (6) di un sistema a tempo continuo, perché la condizione di equilibrio impone y(i)=u(i)=0, i=1,…n, per cui (18) Nel caso analogo dei sistemi a tempo discreto risulta invece (vedi (5)) (19) Si noti che, indicata con G(s) la funzione di trasferimento di un sistema a tempo continuo, la (18) è equivalente a m=G(0), per cui il guadagno è uguale alla funzione di trasferimento valutata per s=0. Nel caso dei sistemi a tempo discreto con funzione di trasferimento G(z) dalla (19) segue invece che m=G(1), cioè il guadagno è uguale alla funzione di trasferimento valutata per z=1. Il calcolo del guadagno è semplice da effettuare anche nel caso di sistemi costituiti da aggregati di sottosistemi ad un solo ingresso e una sola uscita. E' infatti immediato verificare che il guadagno di un sistema costituito da due sottosistemi collegati in cascata è il prodotto dei guadagni dei due sottosistemi, cioè m= m 1m2 mentre per i sistemi collegati in parallelo vale la formula e per i sistemi collegati in retroazione |
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